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Il disservizio delle Poste
ALDO MORESI

"GdP", 23.06.2001
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Da diverso tempo a tutt'oggi l'utenza ha potuto constatare il disservizio nella distribuzione della corrispondenza postale. Ho potuto, con altri, raggiungere la conclusione che dopo la soppressione di dirigenti a livello delle poste, l'organizzazione interna ed esterna ha subito un notevole nocumento.
Le responsabilità dei singoli a livello dirigenziale sono divenute una parvenza, ragione per cui è difficile conoscere la genesi delle responsabilità. Tutto è diventato labile, inconsistente in certi settori! Non si capisce più nulla...

E veniamo al servizio di distribuzione: con una certa sorpresa ha letto le bucalettere dal colore giallo recano oggidì sull'apposita placchetta le seguenti indicazioni: lunedì-venerdì levata della posta ore 18.30; sabato: 14.15; domenica: non è più indicato alcun orario. Ciò significa che chi intende spedire una lettera nel giorno festivo dovrà attendere sino a lunedì sera, ossia alle ore 18.30, affinché la sua corrispondenza sia ritirata e spedita, con la conseguenza di dover attendere due giornate affinché l'invio venga recapitato al mittente.

Incredibile. Si continua ad aumentare le tariffe postali ad ogni pié sospinto: una lettera viene detto «spedito entro le ore 18.30, affrancata con 90 centesimi Posta A giunge a destinazione» il giorno dopo, ma, purtroppo, non è così. Al sottoscritto è accaduto di spedire una lettera alla domenica pomeriggio, affrancata con 90 centesimi. Questa missiva, purtroppo non era ancora giunta il martedì mattina.

Anche gli invii per raccomandata ed espresso hanno registrato da oltre qualche anno aumenti impressionanti alla faccia del ministro dei trasporti Leuenberger che imperturbabile continua a raccomandare di star quieti! ed affermare che gli alti stipendi ai dirigenti federali si giustificano per la legge di mercato. E la gente sta a guardare... In questa società del caos non si capisce più nulla. Le tariffe continuano ad aumentare ed i servizi peggiorano sempre più. Chi ne fa le spese è sempre e solo l'utente.

Si è inoltre ventilata la soppressione di circa 800 uffici postali nel nostro Paese, con la conseguente diminuzione del personale in servizio e relativa disoccupazione assicurata. Intanto i dirigenti a livello federale, definiti «manager» hanno iniziato ad intaccare la torta con un'enorme fetta, attribuendosi stipendi degni di un Emirato. Bravi, meritate una patente per la vostra ingordigia, in nome della cosiddetta globalizzazione!
E' evidente che «globalizzare» significa spesse volte e i fatti sono lì tutti: dimostrabili, peggiorare in modo irreversibile i servizi alla comunità, sempre in nome del cosiddetto progresso.

 

 
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